|
5° STORIA
The Evil Planet
"Sorelline,
ma cosa."
cominciò Phoebe ma non fece in tempo a completare la frase che si ritrovarono
a volare in
alto, uscirono dalla casa per salire sempre più su.
Erano passate molte settimane dal matrimonio di Leo e Piper senza che le tre
sorelle
ricevessero attacchi da forze oscure.
Naturalmente, Piper non aveva voluto allontanarsi dalle due amate sorelle e
si era
trasferita con "il suo adorato maritino" nella casa a fianco, quella di Dan,
che se n'era
andato ancor prima che Piper tornasse dal suo esotico viaggio (vedi "Antares").
Le tre ragazze avevano passato un bellissimo periodo, l'ultimo per un bel po'
di tempo.
Quella mattina Phoebe voleva uscire presto di casa perché, prima della lezione
di psicologia
che doveva avere, voleva attaccare bottone con Christopher, il nuovo ragazzo
del suo corso.
"Io esco sorelline, cioè Prue!"
urlò la più piccola dirigendosi alla porta. "Va bene."
disse dal piano di sopra la maggiore.
Poi Phoebe vide il Libro delle Ombre che aveva dimenticato la sera prima in
salotto e lo
prese in mano, per portarlo di sopra, ma appena lo toccò ebbe una visione, vide
Morris che
lanciava contro di loro una polvere, pronunciando delle parole, appena il poliziotto
smise
di parlare le ragazze si accasciarono a terra.
"Prue!"
disse Phoebe
"per favore, scendi subito!"
"Che c'è?"
chiese Prue scendendo le scale e andando, preoccupata verso la sorella.
"Morris è uno stregone!"
"Ma non farmi ridere"
sbottò la più grande
"ce ne saremmo accorte prima, se così fosse."
"L'ho visto pronunciare una formula contro di noi, ne sono certa!"
protestò Phoebe
"Ultimamente le mie previsioni sono più precise".
"Va bene"
rispose la sorella, tanto per renderla tranquilla
"Cercherò di stargli alla larga".
La più piccola sorrise di gratitudine alla sorella, poi si voltò verso la porta
e, uscendo
disse: "Dillo anche a Piper!!".
Poi uscì correndo e Prue, sospirando, si diresse alla porta, uscì e andò a bussare
alla
casa della sorella.
Sperava che non ci fosse Leo, non voleva farlo preoccupare per nulla ma Phoebe
l'aveva
presa così sul serio.Piper le aprì la porta.
"Ma guarda un po' chi è venuto a trovarmi!"
scherzò Piper
"Sei stata fortunata, stavo uscendo, vieni, accomodati".
"Sei sola?"
"Purtroppo, sì!"
alzò gli occhi al cielo e rispose sussurrando
"Leo è in riunione".
La più grande sorrise.
"Sono venuta perché Phoebe minacciava di avere una crisi di nervi se non lo
facevo!
Stamattina dice di aver avuto una visione dove Morris era uno stregone!"
"Impossibile!"
rise Piper
"Lo conosciamo da così tanto tempo."
"E' per questo che ti ho chiesto di Leo, non voglio che si preoccupi per nulla,
credo che
questa volta la nostra piccola sorellina abbia preso un granchio bello e buono."
disse Prue
"Concordo!".
Phoebe, molto più preoccupata delle sorelle per la visione avuta, stava andando
verso
l'università di buon passo, cercando di recuperare il tempo perduto.
Voleva parlare con Christopher e lo avrebbe fatto, sarebbe riuscita a parlargli!
Sfortunatamente, quando arrivò, lo vide entrare con i suoi amici.
"Oh, nooo!"
disse desolata la ragazza.
"Qualcuno ci salvi, la nostra Phoebe si è di nuovo innamorata!"
"Sì, sì scherzate pure voi tre."
disse Phoebe girandosi
"Come se non sapessi che quel ragazzo è assolutamente desiderabile".
Brooke, Tessa e Andrea (apparse nella puntata "San Valentino) si guardarono
come se la
sapessero lunga.... in fondo. era veramente in ragazzo più carino dell'università.
Rimasero lì a battibeccarsi a vicenda per qualche minuto, poi Phoebe si sentì
chiamare, si
voltò e vide Morris, un'ombra di angoscia apparse sul volto della ragazza mentre
si avvicinava al poliziotto. "Phoebe, hai un minuto? Mi servirebbe un aiuto."
"Mi dispiace, Morris"
lo interruppe Phoebe
"ma, vedi, devo andare in classe ho un lezione di psicologia e sono già in ritardo!
Scusami ancora, ciao!".
E corse via, non dando l'occasione al poliziotto di parlare di nuovo.
Dopo la lezione, finalmente, Phoebe riuscì a parlare con Christopher, e così
venne invitata
a pranzo.
Più Chris parlava, più Phoebe capiva che le chiacchiere che aveva sentito nei
corridoi su
di lui erano vere! Era il ragazzo più sensibile, carino, affettuoso e intelligente
che
avesse mai conosciuto.
Tutto, insomma sembrava andasse a gonfie vele... Sembrava!
Ad un certo punto del pranzo, Chris fece cadere il sale.
"Oh-oh. Butta un po' di sale dietro le spalle, Chris."
"E perché?"
"Perché rovesciare il sale porta sfortuna!"
"Non dirmi.che una ragazza intelligente come te crede queste fesserie? Ti prego,
dimmi che
non basi la tua vita sulle superstizioni!"
"Vorrei farti sapere che dietro ogni leggenda c'è un fondamento di verità!"
protestò la ragazza.
"Mi dispiace Phoebe, sei una ragazza così carina, ma. io non credo alle superstizioni
e
vorrei una ragazza che condivida questo mio pensiero."
"Certo, non me la prendo più, ormai."
disse non sapendo se provare odio o dolore o entrambi per il ragazzo, poi prese
la sua roba
e uscì.
Tornò a casa e decise di sentirsi un po' triste.
Trovò Piper con Prue in salotto e raccontò loro tutta la storia.
"Su, non preoccuparti, sorellina!"
disse Piper.
"E poi sappiamo noi come tirarti su il morale, vero, Piper?"
"Oddio, me ne stavo dimenticando!!!"
la secondogenita corse in cucina e ritornò con una crostata appena sfornata.
"Piper, ti amo!!!"
disse Phoebe riconoscendo la crostata di fragole, la sua preferita.
Le sorelle passarono qualche ora allegramente, ma quando Piper stava per andarsene,
suonò
il campanello.
Prue andò ad aprire.
"Ciao Morris"
sentirono le altre dal salotto.
"Piper, ti prego, appena lo vedi, BLOCCALO!" implorò Phoebe a denti stretti.
"Potresti almeno spiegarmi il perché?"
"Vuole farcì qualcosa di male! Vuoi credermi sì o.".
Non fece in tempo a finire la frase che Morris e Prue erano già entrati.
"Ciao Morris!"
disse Piper guardando male la sorella piccola
"Che ci fai di bello da queste parti?"
"Sono stato incaricato di fare un lavoraccio. Mi dispiace per voi"
"E di che si tratta?"
chiese Prue.
"Di questo"
disse il poliziotto e gettò contro le sorelle una polvere strana.
"Piper, bloccalo!" le urlò Phoebe, ma la sorella era stata colta alla sprovvista.
"Streghe, che dalla notte dei tempi i demoni uccidete,
che al loro cospetto voi andiate".
Il poliziotto ripeté due volte la formula e quando ebbe finito i corpi delle
ragazze
caddero a terra, ma le loro anime, no.
"Sorelline, ma cosa."
cominciò Phoebe ma non fece in tempo a completare la frase che si ritrovarono
a volare
in alto, uscirono dalla casa per salire sempre più su.
Le loro anime volarono in alto, superando ogni confine spaziale conosciuto.
Morris si ritrovò con i corpi delle ragazze di fronte a se, cominciando a chiedersi,
per
la prima volta da quando aveva accettato l'incarico, se avesse fatto la cosa
giusta,
quando la stanza si riempì di luce opaca ed apparve Mizar, il suo padrone, il
demone che può
comandare la mente degli uomini.
"Bravo, hai fatto un ottimo lavoro, Morris. ora puoi dimenticarti tutto e tornare
alla tua
routine."
disse il demone con voce profonda.
"Ma. cosa ne sarà di loro, padrone?"
"Non preoccuparti, avranno quello che si meritano, come tutti a questo mondo,
d'altronde."
e detto questo scoppiò in una risata che fece gelare il sangue nelle vene di
Morris.
A quel punto capì: non aveva fatto la cosa giusta, se fosse successo qualcosa
alle ragazze
se ne sarebbe pentito per tutta la vita ma sapeva che non si sarebbe mai ricordato
cos'era
successo in quella stanza.
"Ora va' e dimentica, piccolo poliziotto"
sussurrò Mizar e scomparve.
Le ragazze si svegliarono in una cella.
"Ma che è successo?"
chiese Piper.
"La mia premonizione era giusta!" protestò Phoebe ... E voi che non mi avete
voluto credere".
"Va bene, ci dispiace, ma ciò non toglie il fatto che non sappiamo dove siamo."
disse Prue.
"E che non sappiamo come abbiamo fatto a finirci"
aggiunse Piper.
"Sappiamo solo che siamo nei guai"
finì Phoebe.
"Piantatela di starnazzare, li dentro!"
tuonò una voce dal fuori.
"Stai calmo, non dobbiamo ucciderle. per ora, aprimi, voglio salutarle."
disse una voce di donna.
La porta si aprì e le tre ragazze videro, non senza stupore, chi era la misteriosa
donna: Hannah!
"Hannah?!?"
disse incredula Prue.
"Ma. non ti avevamo sconfitto, insieme con il tuo degno compare Rex?"
disse Phoebe.
"Sì, ci avevate sconfitto, così come avete fatto con molti altri di noi, ma
questa è.
come possiamo dire. la nostra piccola rivincita, siete attese dal capo.
Fra cinque minuti ripasserò a prendevi, datevi una sistemata."
disse Hannah e poi uscì senza dare ulteriori spiegazioni.
"No, aspetta un momento| cosa vuole il vostro capo da noi? Hannah!"
chiese Piper.
"Una sistemata."
disse Phoebe facendogli il verso
"Come se ci fosse potessimo fare qualcosa per renderci presentabili, qui dentro."
"Credo che tra poco ci spiegheranno tutto! Ho la sensazione che siamo nei guai,
sorelline!"
rispose Prue.
Dopo cinque minuti esatti Hannah tornò alla loro cella e le portò in una specie
di stadio
dove,ammucchiati in una folla, c'erano un'infinità di demoni, stregoni, streghe
malvagie,
molti dei quali noti: Abraxas, L'uomo nero, Tuata. Prue cominciò ad intuire
dove erano
finite.
Quando avevano lasciato la Terra, era pomeriggio ma dove erano loro, non c'era
sole.
C'era una strana luce, una specie di tramonto eterno.
Il paesaggio era un'immensa pianura desolata ma, in lontananza, c'erano delle
elevate,
ostili, montagne.
Hannah condusse le ragazze al centro del "palco" dove le stava attendendo una
creatura
ammantata di nero, la sua faccia non era visibile, ma la maschera che portava
non era
per nulla amichevole, era di metallo nero con due sporgenze appuntite a mo'
di corni che
erano all'altezza delle orecchie, i fori per gli occhi erano atteggiati in un'eterna
espressione d'odio, ma l'aspetto più spaventoso era la bocca, sembrava il muso
ghignante
di uno scheletro di qualche animale e quando parlò, improvvisamente, nell'arena
calò un
silenzio di tomba.
"Benvenute, sorelle Halliwell"
disse la creatura
"io sono il capo dei demoni, loro mi chiamano il Malvagio".
"Sì, ma che vuoi da noi?"
chiese Piper, interrompendolo.
Era preoccupata per la situazione venutasi a creare.
Il Malvagio si alzò e si diresse verso di lei.
Hannah, si ritirò in fretta, abbassando la testa insegno di umiltà.
Non ce l'aveva con lei ma. meglio non svegliare il can che dorme.
"Non ti azzardare mai più ad interrompermi, strega!"
le urlò.
Piper, coraggiosamente non si tirò indietro e sostenne con fierezza il suo sguardo,
o meglio, continuò a guardare la sua maschera.
Lui prese un lembo del suo mantello e ce l'avvolse dentro per un istante.
Quando il Malvagio si voltò di nuovo per tornare a sedersi, Phoebe e Prue videro
che al
posto della sorella c'era un aquila.
"Piper!!!"
disse con orrore Prue.
"Sorellina!"
disse Phoebe.
"Che cosa le hai fatto?"
avrebbe voluto urlargli Prue ma preferì tacere, non voleva che Phoebe rimanesse
sola a
combattere.
L'aquila volò sulla spalla di Prue.
"Silenzio, ora ascoltatemi! Sono io che detto le regole del gioco, qui e non
ci sarà nessun
Loro che vi salverà questa volta! Ho deciso di portarvi qui per dare un po'
di gloria a
quelli che avete battuto, per dimostrargli che senza il vostro prezioso libro
o senza
l'aiuto del vostro Angelo Bianco non siete nessuno.
Ma. potete anche salvarvi senza costringermi a farvi morire di stenti o a causa
di qualche
incantesimo se. mi giurate fedeltà!"
"Mai!"
esclamò decisa Prue
"Noi non vogliamo servire il male ed esserne intiorite come loro nei tuoi confronti".
"E tu, Phoebe? La pensi come tua sorella?"
chiese il demone.
"Certo!"
"Ma sentiamo come la pensa la nostra aquila preferita"
continuò cinico il Malvagio schioccando le dita piper tornò normale, fece un
sospiro di
sollievo e disse:
"Tu pensi che io stia dalla tua parte dopo che mi hai trasformato solo per averti
parlato?
Mai!"
rispose arrabbiatissima Piper.
"Ragazzina, vedi di moderare il tuo linguaggio, la prossima volta non ti potrebbe
capitare
un incantesimo così conveniente posso ucciderti con uno schiocco delle dita
solo facendoti
soffrire solo la metà del dolore che hai fatto soffrire ai miei sudditi!"
disse il capo dei demoni nessuno aveva mai avuto l'ardire di parlargli a quel
modo.
Si riscosse e continuò.
"Dunque avete scelto di non rivedere più la Terra, contente voi. per salvarvi
dovete
distruggere la fonte della nostra energia. Avete tutto il tempo che volete."
disse il Malvagio alzandosi dal suo trono.
Poi si rivolse di nuovo alle ragazze.
"Ops, quasi dimenticavo volevo avvertirvi che qui c'è solo il vostro spirito,
il vostro
corpo è rimasto sulla Terra! Probabilmente fra qualche giorno vi seppelliranno
e voi
morireste comunque."
Detto questo si voltò per andarsene.
"Hey"
lo richiamò Phoebe
"e non ci dici altro? Un indizio! Dov'è questa fonte di energia?".
"Scusa, ma non sei tu quella che ha le premonizioni?"
disse il Malvagio con cinismo
"Datti da fare!"
le urlò. E questa volta se ne andò veramente.
Sulla Terra il pomeriggio lasciò il posto alla sera e Leo era finalmente tornato
a casa.
Era stata una riunione molto stressante e solo pochi erano potuti assentarsi
e solo per i
casi più gravi.
Una volta tanto entrò dalla porta, ansioso di rivedere Piper, anche se si era
assentato
solo per una giornata.
"Piper, sono tornato!"
disse.
La casa era stranamente silenziosa, era quasi impossibile che Piper fosse lì,
ma controllò
comunque tutte le stanze.
"Forse è dalle sue sorelle, ma è strano, in genere mi scrive sempre dei biglietti
per farmi
sapere dove la posso trovare"
pensò il ragazzo.
Uscì di nuovo e andò a suonare il campanello di casa Halliwell.
Nessuno rispose.
La casa era perfettamente silenziosa.
Leo provò ad aprire la porta ed i pomello ruotò docilmente sotto le sue dita,
era, quindi
escluso che le ragazze fossero uscite, magari a fare spese, lasciando la porta
aperta,
sempre più perplesso, l'Angelo entrò.
"Prue, Phoebe, Piper! Ci siete? Ragazze?"
chiese Leo.
Nessuna risposta! Purtroppo per lui la risposta la trovò in soggiorno dove vide
le tre
sorelle accasciate a terra, come morte.
"Ragazze! Oh, mio Dio, ma che è successo?"
spaventatissimo il giovane si avvicinò ai corpi delle tre streghe e tastò loro
il polso,
niente.
Capì allora che la cosa migliore da fare era quella di chiedere informazioni
a Loro.
Sicuramente sapevano qualcosa, chiuse a chiave la porta e usò immediatamente
il suo potere
teletrasportandosi dove aveva passato la giornata.
Una magnifica stanza, dove tutto sembrava fatto con le nuvole si illuminò improvvisamente
di luce azzurra.
Leo vide i quattro spiriti di Loro fatti di luce (terra, aria, acqua, fuoco)
seduti vicino
ad una parete.
"Che è successo alle Halliwell?"
chiese bruscamente Leo.
"Ci dispiace per quel che è successo, non ce ne siamo accorti che ora"
disse lo spirito che brillava di luce verde, lo spirito della terra.
"Chi le ha uccise?"
chiese nuovamente Leo.
"Non sono morte"
rispose lo spirito bianco, lo spirito dell'aria.
"Sono solamente state trasferite"
aggiunse lo spirito del fuoco, risplendente di luce rossastra.
"Cosa?"
chiese incredulo Leo.
"Morris è stato posseduto e ha pronunciato un incantesimo contro le ragazze,
le ha
trasferite. a Madras."
disse lo spirito azzurro, lo spirito dell'acqua.
"No, non è."
balbettò il giovane.
"Possibile?"
chiese lo spirito verde
"Mi dispiace, Leo, ma è la pura verità."
"E adesso?"
disse il giovane, era spaventato, ansioso e si sentiva depresso per quello che
era
successo alle sue tre protette, forse anche ex-protette! Tutto quello che sapevano
su
Madras lo avevano sentito da streghe convertite al male, non c'era modo di superare
la
prova che il Malvagio chiedeva di risolvere.
Nessuna indicazione, nessun aiuto. potevano solo fare affidamento sulla loro
fortuna e
sulle loro abilità, nemmeno i poteri potevano aiutarle a lungo.
I quattro protettori facevano bene a considerarle perdute, nemmeno Loro potevano
raggiungerle.
"Devi solo proteggere i loro corpi e aspettare" disse il fuoco.
"Prepariamoci ad affrontare dei guai, seri guai!
Sicuramente molte creature malvagie approfitteranno dell'assenza delle Halliwell
per
attaccare la città. Stai attento. Leo"
disse lo spirito dell'acqua.
"D'accordo"
disse l'Angelo e sparì, riapparendo a casa Halliwell.
Per prima cosa trasportò i corpi delle tre ragazze nelle loro stanze.
Erano più sopportabili da guardare, stese nei loro letti, sembravano meno. assenti,
poi andò in soffitta e cercò nel fidato Libro delle Ombre un incantesimo di
protezione
e lo pronunciò a favore delle sorelle.
Un problema in meno, avrebbe avuto con cosa occupare il tempo ne era più che
certo.
"Bene, e ora che facciamo?"
chiese Phoebe.
"Quello che ha detto di fare il Crudele"
disse Piper.
"Ma che intuito!
Ti hanno già candidato per il Nobel, sorellina?"
disse sarcasticamente Phoebe, posando un braccio sulle spalle della sorella
"E poi si chiama Malvagio".
"E' uguale!"
protestò Piper.
Da quando avevano lasciato l'arena non avevano incontrato un solo indizio di
civiltà e
dopo circa due ore di cammino, non sapevano da che parte farsi.
A Est e ad Ovest si estendevano le colline che si innalzavano in insidiose montagne
a
Nord mentre a Sud c'era una sterminata e desolata pianura.
"Non stavo alludendo al fatto di distruggere la loro fonte di energia, ma al
fatto che
tu dovresti darti da fare e avere qualche premonizione!"
rispose la secondogenita.
"Ma come pensi."
cominciò Phoebe ma non finì la frase
"Bah, ci rinuncio!"
e detto questo si mise in posizione yoga, poggiando le mani su qualunque oggetto
che le
capitasse a tiro. Ad un certo punto, ebbe una specie di vuoto allo stomaco,
come se si
trovasse sulle montagne russe, affrontando una ripida discesa e subito dopo
arrivò la
visione.
"Allora?"
chiese Piper.
"Ho visto una caverna con qualcosa o qualcuno dentro ma ho avuto la sensazione.
sono sicura che non erano demoni. La caverna era sulle colline perché non era
un paesaggio
impervio."
raccontò Phoebe.
"Sì, ma resta sempre una decisione. Est o Ovest?"
disse Prue.
"Io dico di la'"
disse Phoebe indicando l'Est
"Ero voltata da quella parte quando ho avuto la visione!".
"Seguiremo il tuo consiglio, Phoebe"
disse Prue
"non abbiamo altre idee!"
Phoebe prese fiato come per risponderle, poi le scoccò semplicemente un'occhiataccia.
"Ma guarda le sorelle maggiori d'oggigiorno!"
esclamò Phoebe
"fai loro dei piaceri e loro ti ricompensano con delle insulse battutine!"
Prue le si avvicinò e le passò un braccio sulle spalle.
"Guarda che scherzavo!"
le sussurrò dispiaciuta.
"Va bene, ti perdono!"
rispose Phoebe e raggiunte da Piper cominciarono a camminare dirette verso un
destino
ignoto ma sentivano che se fossero rimaste insieme ce l'avrebbero fatta.
Camminarono per alcune ore, prima di fermarsi a riposare, con quella strana
luce da
tramonto che era rimasta invariata da quando le tre sorelle erano arrivate a
Madras.
"Questa luce mi fa sentire nervosa!"
disse Phoebe.
"Già!"
confermò Prue
"Ho la costante sensazione di essere osservata da qualcuno!".
Appena la maggiore delle Halliwell finì di parlare, i misteriosi inseguitori
si
materializzarono da tre direzioni diverse.
Istintivamente le sorelle si misero un po' distanti ma a cerchio per proteggersi
le
spalle a vicenda.
"Salve, Prue!"
salutò un uomo.
"Nicholas?!?"
disse Prue, incredula
"Credevamo di averti ucciso!"
"Invece mi avere relegato qui!"
spiegò con stizza lo stregone
"Ho il mio spirito, il mio corpo ma non mi posso più muovere da questo pianeta."
"Ci si rivede, Phoebe!"
disse un ombra che si materializzò di fronte a Phoebe
"Sai, avrei proprio bisogno di nuovo ci un'aiutante. Vorresti esserlo, come
l'altra volta."
"Sparisci, non voglio avere più niente a che fare con te!"
rispose Phoebe all'unica creatura che l'aveva spaventata da piccola: l'uomo
nero!
"Accidenti come sei brutto!"
disse Piper al demone che aveva davanti, aveva le sembianze di un lupo gigantesco,
i suoi
occhi erano iniettati di sangue e aveva denti e artigli affilati mentre il suo
pelo era
di un marrone cupo.
"Mi preferiresti in un'altra forma?"
ringhiò il lupo e si trasformò in Leo.... era stato avvertito di eseguire questa
trasformazione davanti a lei dal Malvagio. "Trasformati nel suo Angelo Bianco,
Keil. La renderai confusa" gli aveva detto.
Invece, questa volta, Piper non si fece distrarre dalle apparenze della bestia
e bloccò il tempo.
Immediatamente Phoebe recitò una filastrocca.
"Io sono la luce
E del bene sono la gloria che riluce.
Ritorna nelle tenebre
E' lì il tuo posto.
Noi ti sconfiggeremo ad ogni costo!
Adesso vattene e scompari dalla realtà.
Torna negli inferi, tu appartieni all'aldilà!"
L'uomo nero diventò ancora più chiaro e fu considerato inoffensivo, anche perché
lo era
veramente. Aveva perso il suo corpo. Era rimasto solo lo spirito a testimonianza
di quello
che era stato.
"Funzionerà l'incantesimo che ci scrisse la nonna contro Nicholas senza i fiori?"
chiese Piper.
"Speriamo!"
le rispose Prue, poi, tutte insieme pronunciarono queste parole
"Lavanda, mimosa, cardo senza spine,
Togli il male da queste cresciute bambine,
Rendi le sue grinfie inoffensive
Sì che certe energie non siano più attive!"
Fortunatamente per le tre Halliwell, l'incantesimo funzionò e così anche Nicholas,
come
l'uomo nero, sbiadì, lasciando Prue, Piper e Phoebe solo al cospetto di Keil.
"E di lui che ne facciamo?"
chiese Phoebe.
"Piper, te la senti di aiutarci?"
chiese a sua volta Prue, con voce di miele.
"A fare cosa?"
domandò Piper, sospettosa.
"Posso trasformarti in roccia?"
domandò di nuovo Prue con un sorriso accattivante, che le arrivava alle orecchie.
"COOOOOOOOOSA?????!!!?????"
"Lo sapevo che avrebbe fatto così"
disse Phoebe, dando le spalle alla sorella.
"E' la nostra unica speranza, se tieni a mente questa formula non ti accadrà
niente".
Alla fine Piper si lasciò convincere e pronunciò l'incantesimo, pensando intensamente
ad
una grande pietra dura e piena di spigoli.
(Chiedo scusa per l'uso delle formule)
"Ogni parola ha un colore e ogni colore è una parola,
con quest'incantesimo non mi senta più sola.
Il mio potere ora si concentrerà
e in quello che penso il mio corpo si trasformerà."
E nel punto dove prima era Piper apparve una grande pietra.
"Uh, la sorellina ha fatto le cose in grande!"
esclamò felice Phoebe.
Il tempo si sbloccò in quel momento e, prese dalla battaglia, nessuna delle
sorelle si
accorse che il tempo era rimasto bloccato per qualche minuto meno del previsto.
Leo si diresse verso di loro con fare minaccioso e Prue lo scaraventò contro
la
pietra/Piper, la creatura cominciò a riacquistare le sue vere sembianze.
A quel punto Phoebe e Prue pronunciarono l'incantesimo contrario:
"Grazie al mio potere tutto è sistemato,
questo m'impongo: che l'incantesimo sia annullato.
Poiché a ogni cosa iniziata sempre metter fine si dovrà.
il mio corpo come prima adesso tornerà. "
e la roccia si trasformò di nuovo in Piper.
Poi lei, dal suo piano astrale pronunciò la formula per entrare nel suo corpo:
"Il mio potere è ritornato al suo posto
e anche la mia anima deve farlo.
Che io rientri istantaneamente,
sfuggendo alle leggi create da ogni mente. ".
Finalmente tutto era di nuovo a posto e le ragazze, dopo aver preso dei pugnali
che Keil
portava con se ricominciarono un'estenuante marcia e si fermarono solo dopo
che Phoebe
dette un'occhiata all'orologio e si accorse di aver camminato da circa ventiquattr'ore
da quando erano arrivate e si addormentarono sfinite ai margini di una foresta,
sempre
con quella strana, infinita luce di tramonto che aleggiava in aria.
A San Francisco (è lì che vivono le sorelle?) il tempo era passato molto più
velocemente.
Mentre le Halliwell avevano calcolato che erano scomparse da circa due giorni,
sulla
Terra era passata addirittura una settimana! Morris era disperato, un'ondata
di omicidi e
suicidi aveva colpito la città, naturalmente era colpa dello stesso demone che
lo aveva
comandato: Mizar, che si stava divertendo un mondo a ordinare agli uomini di
uccidere o
uccidersi.
Ultimamente, però si stava annoiando e potevano essere guai per tutti.
Leo, dal canto suo, aveva provato ad annientare il demone ma, non essendo potente
come il
trio, l'incantesimo da lui pronunciato non aveva funzionato.
Doveva quindi affrontarlo di persona, se voleva sconfiggerlo.
Mentre le Halliwell si addormentavano, sfinite, Mizar stava osservando la città
dall'alto,
in cerca della sua prossima vittima quando il suo sguardo cadde verso una bellissima
ragazza:
era alta, con lunghi capelli rossi ed una carnagione chiara, che contrastava
con il suo
abbigliamento; occhiali da sole, un corto vestito nero ed un paio di scarpe
col tacco,
anche quelle nere .
Guardava il cielo come se stasse cercando qualcosa.
Il demone le apparve davanti.
"Salve!"
le disse e recitò una strana formula, per impadronirsi della sua mente.
Per tutta risposta, la ragazza si tolse gli occhiali e lo squadrò, con due profondi
occhi
verdi. "Perché non sei in mio potere?"
disse stupito il demone.
La ragazza fece una risata di scherno.
"Ma non ti ha avvertito nessuno che sarei arrivata?"
chiese a Mizar
"Eppure mi ero raccomandata! Comunque, io sono Electra"
gli tese la mano.
"Non ho mai sentito parlare di te"
rispose Mizar, diffidente.
"Uff! Guarda"
sbottò la ragazza e, avvicinatasi ad un uomo vicino a lei lo baciò e subito
l'uomo
cominciò ad urlare e, dopo pochi secondi di lui non rimase che uno scheletro.
Electra tornò con la sua camminata suadente verso il "collega".
"Visto?"
chiese con una punta d'orgoglio
"Allora, soci o nemici?"
e detto questo gli tese di nuovo la mano, lui la guardò diffidente e allora
lei lo
tranquillizzò.
"Non preoccuparti, uccido solo con i miei baci, so' che tu sai essere pericoloso,
non
ti giocherei mai qualche scherzo".
Finalmente lui accettò la mano e disse:
"Ti devo proporre subito un lavoretto, un uomo sta' cercando di eliminarmi!"
"No no no no no! Che cattiva idea!"
"Già. Il problema è che lui è un Angelo e non posso ordinargli di uccidersi
perché ho
un'azione limitata su di lui. però. con te come socia."
disse e schioccò le dita, Electra si sentì strana.
"Hey!"
protestò la demone
"Che cosa mi hai fatto?"
"Guardati un po'!"
rispose Mizar indicandole uno specchio.
Electra si andò a specchiare e si trattenne dall'uccidere immediatamente quel
demone di
quarta categoria.
"Ma."
gli urlò, pronta a scagliarsi contro di lui. Mizar alzò una mano e lei si fermò.
"Calmati! Non è nulla di irreversibile. Ti ho solo trasformato in Piper, la
moglie di Leo"
"Il ragazzo che ci vuole uccidere?"
chiese Piper/Electra.
"Esatto!"
"Ma è orribile!"
piagnucolò la ragazza
"Sono molto più bella io!"
"Sì, questo lo so ma è l'unico modo di poter comandare questa città.
Eliminare Leo.
Tu, con le sembianze della strega, gli dirai di aver completato la missione,
le tue sorelle
ancora no io userò il mio potere facendo in modo che ti creda e tu lo bacerai.
Fine di un Angelo" spiegò Mizar.
"Sììì, che bello!!"
disse Electra, ancora con le sembianze di Piper, battendo le mani come una bambina.
Mizar si mise a ridere con lei.
Prue, Piper e Phoebe stavano dormendo da appena quattro ore quando Phoebe rivide
la sua
premonizione; si stavano avvicinando alla grotta ma questa volta le creature
che la
abitavano parlarono.
"Phoebe, non è quella la strada giusta, tornate indietro"
disse una voce femminile.
"Dirigetevi ad Ovest"
aggiunse una profonda voce maschile.
"Fate presto, il Malvagio può trovarci"
insisté una voce maschile, questa meno profonda della prima.
"Arrivate alle colline d'Ovest dovete seguire la via della Fede e quella del
Nulla,
in quest'ordine" spiegò una flebile voce femminile.
"Ma siamo stanchissime e abbiamo bisogno di mangiare!"
protestò Phoebe.
"Se è solo questo non c'è problema, continua per la direzione che avevate ieri
per
circa duecento passi troverete dove rifocillarvi, ma fate presto. presto. esto."
disse una voce da vecchietto.
Phoebe si svegliò di soprassalto.
"Sorelline, Prue, Piper SVEGLIATEVI!!!".
Le sorelle si svegliarono, ancora insonnolite ma con un'ombra di preoccupazione
sul viso.
"Abbiamo sbagliato strada. Dobbiamo tornare indietro!"
"Phoebe, io sono stanca e voglio riposare"
disse Prue.
"E oltretutto io ho fame"
protestò Piper.
"Vi prego, venite con me!!!"
Prue sospirò e, rivolta alla sorella,
"Accontentiamola o ci assillerà tutta la notte"
si corresse
"per altre sei ore minimo".
La più piccola, raggiante si addentrò nel bosco, contando sottovoce.
"Ma, Phoebe, non hai detto che avevamo sbagliato strada?"
chiese Piper, ancora insonnolita.
"Sì, ma mi hanno detto di fare duecento passi nella direzione che avevamo ieri"
spiegò Phoebe.
"Ti hanno detto di andare nel bosco ma chi?"
chiese la maggiore.
Phoebe si fermò, si girò verso le sorelle e, con lo sguardo perso nel
vuoto e con voce assente disse.
"I Guardiani, coloro che servono il Vettore".
"CHI?"
chiese Piper.
"Phoebe, ti senti bene?"
domandò Prue.
"Cosa."
"Stavi parlando di Guardiani e Vettori"
spiegò Piper.
"Ero altrove, in uno strano pianeta"
raccontò la minore.
"Speriamo che non sia stata un'altra visione del futuro"
sperò Prue e le sorelle risero.
"Decisamente ne ho abbastanza di pianeti sconosciuti!"
affermò Piper.
Continuando a contare e a camminare Phoebe raccontò alle sorelle del sogno.
"Un Guardiano mi ha detto che una volta arrivata a Ovest dobbiamo seguire la
via della
Fede e quella del Nulla in quest'ordine. Secondo voi ha qualche significato?"
Le sorelle scossero simultaneamente il capo.
"Centonovantotto, centonovantanove, duecento!"
disse e si guardò intorno.
Fu Prue a scoprire qualcosa.
"Non sentite anche voi questo rumore?".
Le sorelle stavano per dire di no quando Piper esclamò
"Sì, lo sento. Sembra."
non fece in tempo a terminare la frase che Phoebe la finì per lei.
"Acqua".
E si diressero insieme da dove proveniva il rumore.
Dietro una roccia sgorgava una sorgente d'acqua limpide e fresca.
Dopo essersi dissetate le sorelle si accorsero che erano circondate da alberi
da frutto.
"Questa è sicuramente l'unica zona incontaminata dal male in tutto il pianeta"
affermò Prue e Piper concordò.
"Ragazze, venite qui"
disse Phoebe mangiando un frutto, le sorelle le si avvicinarono, imitandola,
videro una
borsa per terra e aprendola videro che conteneva un otre ed una bussola.
"Pare proprio che qualcuno lassù ci ami"
scherzò Piper alzando gli occhi al cielo, Prue, come al solito di mise al comando
della
situazione, fingendosi generale.
Quel colpo di fortuna le aveva fatto ritrovare il buonumore.
"Phoebe, sei la responsabile ufficiale della bussola!"
Phoebe fece un saluto militare, mettendosi sull'attenti.
"Piper, riempi l'otre tu ti occuperai dell'acqua.".
Piper, nonostante avesse molte preoccupazioni e problemi che non voleva confidare
alle
sorelle, stette al gioco e anche lei si impersonò soldato e andò a riempire
l'otre.
"Io mi occuperò del cibo. Problemi?"
"No, generale!"
risposero Piper e Phoebe all'unisono, poi scoppiarono tutte a ridere.
Dopo alcuni minuti, le tre ragazze partirono di nuovo alla ricerca della caverna
che
sarebbe stata la loro unica speranza di rivedere casa.
Durante questo viaggio, le sorelle di fermarono più spesso, sia per la stanchezza
che
provavano, sia per non ritrovarsi sfinite come il giorno prima.
Purtroppo per loro, i pericoli erano appena cominciati, quando si trovarono
in mezzo ad
una pianura, vicino al punto dove erano stati attaccate ieri, sentirono un ronzio.
"Che cos'è questo suono?"
chiese Piper.
"Non saprei, forse."
rispose Prue ma le parole le morirono in gola.. vide una nuvola scura volare
verso di
loro e da lì veniva quel ronzio.
"Via!"
disse Phoebe ma appena si voltarono la nube di insetti le circondò.
Fortunatamente i riflessi di Piper furono provvidenziali e bloccò il tempo nel
momento
in cui uno di quella similspecie di vespa stava per pungere Prue.
Osservandoli meglio videro che non assomigliavano proprio alle vespe.
Erano molto più grossi, verdi e quasi rotondi con una specie di proboscide appuntita
in mezzo agli occhi rossi. Sotto le ali avevano due paia di artigli, un altro
era sopra
la testa e due zampette, anch'esse a forma di artiglio erano sotto l'addome.
"Che facciamo?"
chiese Piper.
"Io proporrei di allontanarci"
disse Prue.
Le tre ragazze si voltarono e cominciarono a correre ma, pochi minuti dopo il
tempo si
sbloccò.
"Piper!"
esclamò Prue.
"Non è colpa mia, il tempo si è sbloccato da solo!"
"No!"
disse Phoebe, di nuovo con quell'aria sognante
"I vostri poteri stanno solo regredendo.
E' quasi naturale, in fondo, questo pianeta funziona al contrario".
"Ma, chi sei, veramente?"
chiese Piper, sempre correndo.
"Io? Io sono il Vettore!"
esclamò Phoebe.
"Ah, sì? E loro chi sono?"
chiese Prue esasperata.
"Sono un branco di Noachis, se vi pungono vi succhiano tutto il sangue e il
midollo osseo,
fortunatamente sono quasi ciechi e basta nascondersi e fare silenzio per non
essere
attaccati!"
"Ci sono quasi addosso!!!"
disse Piper e bloccò di nuovo il tempo, Prue li scaraventò lontano con il suo
potere,
augurandosi che molti fossero morti.
"Che dobbiamo fare, ora?"
chiese Piper al Vettore.
"Venite con me!"
disse e condusse Piper e Prue ad un cespuglio di rovi.
"Seguitemi e non preoccupatevi".
Dette queste parole si gettò in mezzo ai rovi.
Dopo essersi guardate un secondo, le due sorelle seguirono la più piccola.
Era un salto di un paio di metri e, quando furono atterrate si ritrovarono in
una specie
di tana, con una scaletta per risalire in superficie.
La sorella minore era intenta a controllarsi i vestiti e a borbottare insulti.
Vedendo le sorelle esplose:
"ERANO I MIEI JEANS PREFERITI E PER COLPA DI QUELLO ST. "
urlò Phoebe ma Piper le tappò la bocca.
"Guarda che quella persona ci ha salvato la vita"
le disse sottovoce.
"Già!"
concordò Prue
"Ci ha dato preziose informazioni, i nostri poteri stanno diminuendo mentre
i tuoi,
fortunatamente no, ha detto che se facciamo silenzio non ci attaccheranno."
finì Prue sussurrando.
Dette queste parole si sentì un forte ronzio.
I Noachis erano sopra le loro teste ma, dopo alcuni minuti se ne andarono, convinti
che
le loro vittime fossero proseguite.
"Che ne dite se ci fermiamo un po' a mangiare?"
propose Prue e ricevette segni d'assenso dalle sorelle.
Leo era sempre più preoccupato, le Halliwell non si risvegliavano, tutte le
sere, dopo
aver cercato di sconfiggere Mizar rientrava in casa delle sorelle e controllava
le loro
condizioni, sempre uguali. Non c'era ne miglioramenti né peggioramenti, aveva
saputo da
Morris che da due giorni ora, trovavano anche cadaveri di uomini fulminati o
carbonizzati
mentre erano sempre più le donne suicidate o uccise.
"Che diamine, sembra che questi due si siano messi d'accordo per uccidere lo
stesso numero
di uomini e di donne!" aveva esclamato il poliziotto. Leo aveva appena terminato
la visita alle sorelle ed era in cucina a tentare di mangiare
qualcosa. Fra la perdita delle sorelle, soprattutto di Piper e i propri insuccessi
era
veramente caduto in depressione ed era n condizioni pessime, sia fisiche che
mentali.
Perfino Loro gli avevano detto di reagire, sarebbe stato facile preda di chiunque
in
quelle condizioni, il problema era che Leo non voleva reagire, se lo avessero
ucciso,
almeno, avrebbe rivisto Piper.
Era assorto in questi pensieri quando sentì dei rumori dal piano di sopra, salì,
credendo fosse Kit ma si accorse che i rumori venivano dalla stanza di Piper.
Con il cuore in gola, il giovane entrò e rimase pietrificato da troppi sentimenti
diversi:
Piper si stava svegliando!!!
Era felice, ma perplesso, perché solo lei? fu terrorizzato dall'idea che avesse
ceduto
alle lusinghe del male.
Electra finse di svegliarsi e, quando aprì gli occhi rimase interdetta per qualche
secondo.
Fino a quel momento non aveva mai visto Leo ma a giudicare dalla moglie, pensava
che fosse
uno schifo, invece si ritrovò davanti un bell'uomo, capelli biondi e occhi azzurri,
fisico niente male e anche carino!!!
Cadde nel terrore, non si ricordava il nome del ragazzo, poi si ricordò e lo
chiamò.
"Leo!"
disse con un filo di voce ed il giovane si avvicinò.
Lesse paura negli occhi del giovane... Che si fosse tradita in qualche modo?
"Piper, dove sono le tue sorelle?"
"Non hanno ancora superato le loro prove e ci era stato ordinato di non aiutare
le altre."
Vide passare un'ombra di dubbio negli occhi del giovane ma poi il limitato potere
di Mizar
si manifestò ed il dubbio sparì.
Electra lo abbraccio, lui si scostò per un attimo, voleva baciarla ma. Electra
glielo impedì.
Per tutta risposta cominciò a sbottonargli la camicia.
Dopo un attimo di esitazione Leo fece lo stesso con il vestito di lei ma dopo
aver aperto
il primo bottone, guardò Piper con rabbia e si allontanò di qualche passo.
"Leo, ma cosa."
disse Piper/Electra ma non poté aggiungere altro.
L'Angelo disse qualche strana parola, si passò entrambe le mani davanti al volto
e
scomparve.
Electra rimase di stucco e cercò di pensare al da farsi, pensando febbrilmente
non si
accorse che la soluzione migliore, forse, era semplicemente andarsene da lì.
Dopo pochi minuti riapparve Leo, sempre con quell'espressione di odio negli
occhi.
"Leo, io."
cominciò ma fu interrotta dall'Angelo.
"Electra, demone affascinante,
Sparisci da questo pianeta all'istante.
Va' torna nel tuo regno immortale,
E possa il Bene far sì che tu non possa più tornare"
"NOOOOOO"
urlò Electra mentre la sua anima usciva dal corpo di Piper, che vacillò e sarebbe
caduto se Leo non avesse afferrato al volo.
"Grazie"
disse rivolto a Loro
"senza il vostro aiuto sarei morto"
e detto questo scese di nuovo al piano di sotto.
Le tre sorelle, intanto, avevano ripreso la loro lunga marcia verso Ovest quando
un'ombra si parò di fronte a loro, era una bellissima ragazza dai capelli rossi
e
dagli occhi azzurri.
"Chi sei?"
chiese Prue poggiando istintivamente la mano sul pugnale di Keil.
Vide che anche le sue sorelle avevano fatto lo stesso, dopo aver saputo che
più usavano
i poteri più si indebolivano, preferivano conservarli.
"State tranquille"
disse la ragazza
"Ormai sono inoffensiva, sono venuta solo per parlare con."
alzo il dito, guardando le tre sorelle: Phoebe. Prue. Piper.
Indicò lei.
"Te! Volevo farti sapere che ho fulminato tuo marito"
disse con lo stesso tono con il quale una persona normale racconterebbe di essere
andata
al supermercato, gli occhi di Piper si riempirono di lacrime.
Aveva pensato a Leo da quando era arrivata in quello schifo di pianeta ma non
aveva
voluto scocciare le sorelle che avevano già abbastanza problemi.
"Non è vero!"
esclamò Phoebe rivolta verso la sorella
"Sta' mentendo, altrimenti chi l'avrebbe uccisa?"
"Mi dispiace deluderti, ragazzina, ma quello che dico è la verità solo che c'era
un
altro Angelo Bianco nei paraggi, forse cercava di riportarvi indietro e prima
che
potessi ucciderlo, lui ha ucciso me!"
Piper cominciò a piangere, disperata e Prue l'abbracciò.
"Credo che ti odierà per tutta la vita, oh, errore mio per tutta l'eternità,
per
ucciderlo mi ero trasformata in te e l'ho baciato, crederà che ti sei convertita
al male."
Quelle parole provocarono un'altra serie di singhiozzi da parte di Piper.
"Vuoi piantarla?"
disse Prue minacciosa.
"Certo, credo di avervi raccontato tutto ci rivediamo, sorelline."
E scomparve.
Phoebe non gli credeva ma Piper era sconvolta.
In fondo la storia di quella demone poteva essere vera chiuse gli occhi e le
sembrò di
vedere i momento della sua morte decise che si sarebbe lasciata uccidere dal
prossimo
mostro da loro incontrato ma poi pensò che se si arrendeva in questo modo avrebbe
tradito tutti quelli che le volevano bene. e il ricordo di Leo.
Fece un sospiro tremulo e si alzò, le sorelle la guardarono sia Phoebe che Prue
volevano
confortarla in qualche modo ma non sapevano come, si guardarono negli occhi
un istante
e poi si misero a camminare dietro alla sorella.
"Pensate che, forse."
cominciò Piper.
"Cosa?"
chiese Phoebe.
"Niente!"
rispose la sorella anche se quel "forse" continuò a rimbalzarle per la mente
un bel po'
di tempo, Piper si estraniò da tutto quello che succedeva intorno a lei e tornò
con i
piedi per terra solo quando sentì Phoebe dire:
"Guardate, le colline, ce l'abbiamo fatta!!!"
"E ora come facciamo a seguire la via della Fede e quella del Nulla in quest'ordine?"
chiese Prue.
Entrambe si voltarono verso Piper, che non le aveva affatto sentite e sembrava
che non le
importasse niente.
Phoebe capiva il suo dolore ma era lo stesso tentata di andarle vicino e darle
una
strapazzata. Si decise addirittura a farlo ma la terra cominciò improvvisamente
a tremare.
Le tre sorelle di voltarono verso una collina dietro di loro Piper cominciò
a ritornare in
possesso delle proprie facoltà mentali la collina dietro di loro si distrusse
completamente
e da essa venne fuori un gigante di pietra.
"Oh, mio Dio e ora?"
chiese Prue.
"IO SONO MAJID!"
disse con una voce cretina il gigante.
"E questo come lo facciamo fuori?"
chiese disperata Phoebe.
Piper s'illuminò improvvisamente.
"Seguitemi!"
urlò alle sorelle che rimasero un attimino interdette dal comportamento della
sorella
ma allo stesso tempo contente che si fosse ripresa.
Phoebe e Prue, guidate da Piper si diressero in uno spazio fra due colline,
man mano che
si avvicinavano, le due sorelle videro cosa c'era sotto: un burrone molto profondo.
"Hem. Piper!!! Dove ci stai portando?"
chiese spaventata Prue.
"Fidatevi di me e credete che ci sia una strada qui, questa è la via della Fede
che
porta alla via del Nulla"
gridò la secondogenita.
Le tre sorelle si presero per mano e continuarono a correre fino al ciglio del
burrone.
Poi, tutte e tre chiusero gli occhi avendo fede di avere un sentiero sotto i
piedi ma
continuando a correre quando sentirono uno schianto si fermarono ed aprirono
gli occhi,
si accorsero di essere veramente su un piccolo sentiero che si trovava in mezzo
ad un
burrone, guardarono sul fondo e videro i resti del gigante.
"Sorellina, sei stata fantastica"
disse Phoebe abbracciando Piper.
"Sei stata veramente grande"
le fece eco Prue.
"Grazie a voi, sorelline."
rispose Piper abbracciandole entrambe, dopo qualche minuto arrivarono alla caverna.
Molto titubanti, le tre sorelle entrarono Prue cominciò a pensare in che razza
di
situazione erano.
Tutto il loro futuro si basava su una premonizione della sorella, e se delle
creature
infernali si fossero finte servitori del bene? In fondo non era la prima volta
che.
I suoi pensieri furono interrotti da una voce proveniente dalla grotta.
"Ce l'avete fatta, finalmente, presto, entrate!"
disse la profonda voce maschile del sogno di Phoebe.
Le ragazze entrarono e vennero avvolte dall'oscurità.
Dopo aver percorso qualche metro si sentirono afferrare e trascinare verso una
stretta
apertura.
Appena entrate, rischiarate da un bagliore, Phoebe cominciò a notare qualcosa
di strano
nell'uomo che le aveva portate la dentro: la conformazione del viso, le mani,
ma
soprattutto la pelle, sembrava che fosse a pois!
Quando le tre Halliwell entrarono, finalmente, nella grotta da dove proveniva
la luce
rimasero quasi terrorizzate, c'erano cinque persone davanti a loro; persone
per modo di dire.
Uno era un vecchio nanetto con curiose orecchie a punta e un enorme libro vicino
a se
(era il più normale fra tutti), un altro sarebbe potuto rientrare nella categoria
degli
uomini affascinanti di Piper se non avesse avuto la faccia da maiale, c'era
un unicorno
bianco con intensi occhi azzurri ed una fragile vespa un po' cresciuta rispetto
a quelle
presenti sulla Terra.
"Sarà almeno un metro"
pensò Piper, perplessa.
Infine la creatura che le aveva accompagnate, Phoebe aveva visto giusto: aveva
qualcosa
di strano. Era un incrocio fra un uomo ed un leopardo.
"Capisco il vostro stupore, terrestri"
disse l'unicorno con voce femminile
"Mi presento, io sono Tuska e lei è Kika"
disse indicando la vespa.
"Io sono il Guardiano degli insetti mentre lei è il Guardiano degli animali
mitologici"
spiegò Kika..
"Io sono Kelem, lo scriba della Città Ancestrale"
disse il vecchio nano.
"Mi chiamo Orkan e sono in Guardiano degli animali comuni mentre lui."
disse il "maiale" indicando l'accompagnatore delle sorelle,
"Io sono Merkat, Guardiano della forza Ancestrale"
disse l'uomo-leopardo.
"Bene, perché ci avete chiamato?"
chiese Phoebe.
"Dobbiamo aiutarvi, siamo stati inviati dal Vettore, nessuno può distruggere
l'energia di
Madras nelle condizioni in cui voi siete adesso"
disse Kika.
"Bene, se sapete qualcosa che noi non sappiamo, non credete che sia meglio che
ce lo diciate?"
li aggredì Piper.
"Sì, credo che forse."
disse Kelem.
"Dovete dirigervi a Nord, ora. Superare le montagne e avanzare nel deserto,
fino alla
Città Perduta."
spiegò Tuska.
"Arrivate alla Città Perduta troverete una piramide, dirigetevi lì ed entrate"
continuò Orkan.
"Mi sembra di intuire che sarà una passeggiata!"
disse Prue.
"Una volta entrate seguite il corridoio che emana luce arancio e arriverete
ad una grotta
che contiene un cristallo.. distruggetelo e sarete libere."
finì Merkat.
"Vi devo avvertire che la caverna è protetta da due demoni: Hupa e Mirfak. Dovete."
disse Kelem
"Sconfiggerli se volete tornare a casa, stavi per dire questo, vero?"
finì per lui Phoebe.
"Sì"
ammise il nano.
"Tenete, potrebbero esservi utili"
disse Tuska, porgendo a Prue la sua alabarda.
"Un momento. Cosa vi dice che vogliamo fidarci di voi?"
chiese Prue.
"Il fatto che non avete altra scelta"
disse Kika. Prue finì per accettare l'arma.
"Sì, il cammino è ancora lungo"
concordò Orkan consegnando a Piper arco e faretra.
"Tieni, potrebbe esserti veramente utile contro Mirfak, Phoebe"
disse a sua volta Kika dando alla sorellina una cerbottana e dei dardi.
"Grazie"
disse Prue a nome di tutte.
"Sbrigatevi, il tempo stringe."
disse Merkat mentre le tre sorelle si ritrovarono sul ciglio del burrone,
davanti a loro non c'era niente.
"Pensate che sia stata un'illusione?"
chiese Phoebe.
"Non credo"
le rispose Piper mostrandole l'arco.
"Merkat aveva ragione non ci resta troppo tempo"
disse Prue e si avviò diretta verso le montagne del Nord ma si fermò.
Le sorelle la stavano chiamando.
"Che c'è?"
chiese appena ritornata da loro.
"Guarda!"
disse Phoebe indicando l'abisso qualche metro al di sotto del ciglio c'era
un grosso libro, impigliato in un ramo.
"Puoi prenderlo con il tuo potere, Prue?"
chiese Piper.
"Ci posso sempre provare, speriamo bene!!!"
Le sorelle ebbero fortuna con il suo potere, Prue riuscì a sollevare il libro
e a posarlo davanti a loro.
"Ma non è il libro che Kelem aveva con sé?"
chiese Phoebe.
"Già, e potrebbe essere importante"
disse Piper.
"Va bene, datemelo lo porto io." ordinò Prue.
"NO!"
disse Phoebe facendo il broncio
"L'esperta di libri sono io e il libro lo porto io!".
"D'accordo, ci arrendiamo!"
rispose Piper ma non appena Phoebe toccò il libro, questo si rimpicciolì fino
a
diventare delle dimensioni di un comune libro tascabile.
Phoebe sorrise alle sorelle, non avrebbe portato peso fino alle montagne!!!
Quindi, finalmente, partirono per le Montagne.
Arrivarono circa un giorno e mezzo dopo e trovarono quasi subito l'entrata per
la grotta.
Il libro delle Profezie che avevano trovato le aveva guidate fino a delle cascate
e,
appena attraversato lo strato d'acqua si ritrovarono in una grotta immensa.
"Chissà perché ma c'è qualcosa che non mi piace, qui"
disse Phoebe dopo aver sentito dei rumori, come se qualcuno strisciasse, rimbombare
per la caverna.
"E' un sentimento comune, sorellina!"
ammise Piper.
Camminarono per quasi dieci minuti, quando si ritrovarono in una grotta con
tre corridoi
dalla parte opposta a loro.
Da quello a sinistra proveniva una luce rossastra.
"Di là"
disse decisa Prue ma, appena mossi i primi passi verso il corridoio sentirono
dei
rumori alle loro spalle. Immediatamente si voltarono e si trovarono di fronte
un enorme
cobra a tre teste.
Istintivamente, Piper prese l'arco e scoccò una freccia verso un occhio del
mostro che si
avventò verso di lei. Purtroppo per il cobra, la ragazza aveva già perso un'altra
freccia
che, questa volta, lo colpì al cervello e una testa del serpente cadde morta
a terra.
Prue, incoraggiata dai successi della sorella, gli lanciò contro l'alabarda
che ferì il
mostro alla gola, costringendolo ad abbassarsi e concedendo alla maggiore di
finire il
lavoro.
"Che schifo!!!!!!"
esclamò Prue, pulendosi il sangue del mostro ai pantaloni.
Phoebe stava tempestando l'ultima testa di Mirfak di dardi avvelenati e, quando
uno gli
si infilò in gola, il serpente morì soffocato.
"Vuoi avere tu l'onore di colpire il cuore, Piper?"
chiese Prue.
"Devo proprio?"
implorò Piper.
"Forza, sorellina, è solo una freccia!"
insistette Phoebe.
"Se è tanto facile, perché non lo fai tu?"
ribatté Piper, tendendo l'arco e scoccando la freccia fatale per il mostro.
"Fatto, contente?"
chiese Piper.
"Sì, molto"
scherzò Prue.
Si incamminarono verso il corridoio di sinistra. Tutte stavano pensando la stessa
cosa:
avevano distrutto il mostro in un batter d'occhio. Possibile che fosse stato
così facile?
Per scaramanzia tacquero tutte e tre. Stavano percorrendo il corridoio di buon
passo,
avendo intenzione di tornare a casa il più presto possibile quando un sottile
filo di
fumo serpeggiò dal pavimento. La delicata spirale crebbe rapidamente fino a
diventare
un'alta colonna di candido vapore che si espanse emanando piccole scintille
di luce
multicolore. Prue, Piper e Phoebe si fermarono incantate a guardare quello strano
fenomeno.
Improvvisamente, il fumo cominciò ad assumere un'altra forma. Prima apparve
una testa tonda
e calva, dalle lunghe orecchie appuntite e la bocca grande e atteggiata ad un
ghigno crudele.
Poi fu la volta di ampie spalle e di un torace muscoloso. La metà inferiore
di quella
misteriosa apparizione era soltanto fumo: si trattava di un genio.
"Chi osa profanare la dimora di Hupa?"
disse, scontatamente il genio.
Le tre sorelle si guardarono confuse e, quando Prue aprì bocca il genio la precedette.
"Credevate che il Malvagio avesse affidato la difesa della nostra fonte di energia,
e quindi
di vita, a quel mezzo mostro di Mirfak? Illuse. Siete state brave ad arrivare
fin qua.
Nessuno prima di voi c'era mai arrivato. Purtroppo per voi, il viaggio è finito."
"Hey, aspetta!"
protestò Phoebe ma il genio puntò un dito verso di loro, congelando ogni loro
movimento.
"E' il momento di darvi una lezione adeguata"
disse Hupa sollevando un altro dito, un fumo multicolore s'insinuò dal pavimento
e
avvolse le tre povere sorelle che, immediatamente dopo si sentirono sollevare
da terra
per poi atterrare dolcemente sul palmo della mano del genio.
"Ora siete in mio potere"
esclamò lui fissando le sue prigioniere.
Il genio chiuse la mano e fluttuò verso i meandri della galleria, seguito da
nuvolette
di vapore.
Le tre sorelle non videro altro che nebbia, mentre Hupa le trasportava nella
sua mano
quando tutto ad un tratto, la nebbia si diradò e poterono osservare dove erano
state
condotte.
Si trovavano in una stanza dall'alto soffitto e dalle pareti rivestite di seta
lucida.
Il pavimento era di mogano e disseminato di tappeti pregiati.
"Spero che questa stanza vi piaccia perché rimarrete qui dentro per sempre,
abituatevi
all'idea." tuonò il genio.
Piper, rapidamente estrasse una freccia, decisa ad uccidere quel mostro ma con
un ghigno
beffardo, Hupa sollevò un dito puntandolo verso di loro. Un manto scuro cadde
sulla vista
delle tre sorelle e quando poterono nuovamente vedere si accorsero che la stanza
era
diventate enorme, o meglio erano state rimpicciolite alle dimensioni di una
bambola e
intrappolate in una specie di bolla di sapone. Prue sguainò la spada e colpì
la superficie della loro prigione ma inutilmente. Anche Piper e Phoebe si unirono
alla sorella,
cercando disperatamente di uscire. Il genio lasciò la stanza ridendo delle malcapitate.
Dopo quindici minuti di sforzi inutili, le sorelle si lasciarono cadere sul
"pavimento".
"E pensare che eravamo così vicine."
disse depressa Phoebe.
Piper era di nuovo silenziosa, dopo tutto il tumulto degli ultimi giorni, stava
di nuovo
pensando a Leo.
"Ci sarà pure un modo per uscire di qui!"
esclamò Prue.
"Silenzio e guardate il Libro delle Profezie, ebeti. L'avete preso per fare
peso?"
chiesi io esasperata. si erano perse in un bicchier d'acqua.
Le tre ragazze guardarono in alto.
"Ma sentitela, simpatica! MISS PERFEZIONE!"
esclamò Piper adirata.
"Dai, Piper, lascia perdere. cerchiamo piuttosto un modo per uscire di qui"
suggerì Prue.
Phoebe lesse una pagina del vecchio volume:
"Le tre streghe venute da lontan
Le ultime creature sconfiggere dovran
Un mostro da tre teste uccider si potrà
Ma un malvagio genio le catturerà
Al contrario i loro nomi tre volte ripetere dovran
E l'agognata libertà ritroveran"
"Le rime del nostro libro sono migliori!"
esclamò Phoebe.
"L'importante è il contenuto perché ci hanno permesso di trovare la via di fuga."
disse Prue.
"Ah, sì?"
chiese Phoebe.
"Certo, Al contrario i loro nomi tre volte ripeter dovran. Questa è la via di
fuga"
spiegò Piper.
"Pronte?"
chiese Prue.
"Sì!"
risposero in coro le sorelle.
"Ecnedurp, Repip, Ebeohp"
dissero in coro le sorelle.
Appena ripetuto la terza volta, la bolla nella quale erano rinchiuse si ruppe
all'istante liberando un fumo oleoso che fluttuò verso il soffitto.
"Sìììììì!"
esclamò Phoebe, gioiosa erano di nuovo libere.
"Ora possiamo di nuovo cercare il cristallo"
le fece eco Piper.
"Alt! Stop sorelle. Non c'è niente di strano?"
chiese Prue.
Piper si voltò verso di lei, con occhi pieni di rabbia.
"Siamo in un pianeta dove il male ha il sopravvento, i nostri poteri diminuiscono,
dobbiamo uccidere demoni già morti, dobbiamo lanciarci in battagli contro serpenti
giganti o seguire Phoebe posseduta dal Vettore e tu ci chiedi se c'è qualcosa
di strano?"
inveì Piper.
Era furiosa voleva tornare a casa, voleva distruggere il male, una volta per
tutte.
"Hey, non mi uccidere! volevo solo farvi notare che siamo. piccine."
"Scusami, sorellina, ero fuori di me."
disse Piper imbarazzata per come aveva trattato la sorella.
"Non importa"
replicò Prue abbracciando Piper.
"Comunque Prue ha ragione dobbiamo tornare alle nostre dimensioni originali"
insisté Phoebe e insieme alle sorelle maggiori varcò l'unica porta presente
nella stanza
e si ritrovarono in una specie di laboratorio, in mezzo alla stanza c'era un
tavolo,
aiutandosi l'un l'altra, le sorelle riuscirono ad arrampicarsi e si trovarono
perse in
una foresta di bottiglie, alambicchi e flaconi.
"E ora?"
chiese Piper.
Prue si avvicinò ad una bottiglia e provò a leggere l'etichetta; diceva: Unverzüglich
tod
(morte imminente).
"Ma che lingua è?"
disse disperata Prue.
Phoebe si avvicinò e lesse poi si girò, raggiante verso le sorelle.
"E' tedesco io so leggere il tedesco!!!"
"E perché un demone dovrebbe parlare tedesco?"
chiese perplessa Piper.
"Non ne ho la più pallida idea"
rispose Phoebe, sempre sorridendo.
"E noi possiamo aiutarti in qualche modo?"
chiese Prue, ansiosa di fare qualcosa.
"Beh. non so. ci sono molte frasi che potrebbero riportarci alle nostre dimensioni
originarie.
Proverò a dare un'occhiata da me, magari scopro un metodo che ci consentirà
di trovare
la pozione giusta in poco tempo."
disse Phoebe e si mise a tradurre le bottigliette che si trovava davanti, girovagò
per
lo scaffale per cinque minuti, poi tornò dalle sorelle.
"Le pozioni che ci interessano hanno colori tipo blu, verde eccetera"
"Quindi sono colori freddi!"
aggiunse Prue
"Sì, dillo come vuoi ma il concetto c'era!"
replicò la sorellina.
"Forza, diamoci da fare, non ho più voglia di stare qui!"
esclamò Piper.
"Io non l'ho mai avuta"
le rispose Prue e le tre streghe si misero a ridere.
Le sorelle si misero al lavoro e dopo circa un'ora avevano trovato solo una
pozione che
poteva fare al caso loro.
"L'unica che ci potrebbe essere utile è questa."
disse Phoebe
"Angehen, cioè origine, ma non sono sicura che sia."
"Non importa! E' la nostra unica possibilità."
replicò Prue.
"Sì, ma c'è un piccolo problema, non possiamo arrivare al collo della bottiglia
da quaggiù
e nessuna di noi sa volare"
puntualizzò Piper.
"Allora dobbiamo farla cadere!"
disse Prue.
"Non credo che ce la potremmo fare"
disse Phoebe guardando la bottiglia dall'alto in basso, non aveva mai pensato
che
sollevare una bottiglia potesse causarle tanti problemi.
"Forse se uso il mio potere."
cominciò Prue.
"Ce la farai? Hai dovuto sforzarsi anche per riprendere il Libro delle Profezie
di Kelem,
potrai sollevare una bottiglia?"
obbiettò Piper.
"Non dico sollevarla, ma almeno inclinarla per far sì che voi possiate farla
cadere."
spiegò Prue.
"Tentar non nuoce!"
citò Phoebe.
Piper e Phoebe si posizionarono dietro la bottiglia, Prue, lateralmente.
"Pronte?"
chiese alle sorelle e, ricevuto un segno affermativo si concentrò e si mise
all'opera,
usando tutta la forza disponibile riuscì a farla inclinare e le sorelle riuscirono
a farla
cadere.
"Finalmente"
esclamò Phoebe
"Sto detestando questa sala".
Ma questa volta le sorelle non la ascoltavano. Erano perse nei loro più terribili
pensieri.
E se non fosse stata la pozione giusta? E se il liquido fosse finito? Assorte
nei loro
pensieri, non si accorsero che la pozione, di un colore blu scuro e con un intenso
profumo stava già fuoriuscendo dalla tanto odiata bottiglia ed ebbero bisogno
delle esclamazioni di gioia di Phoebe per prestargli attenzione. "E ora?"
chiese la minore
"Come lo usiamo?".
Le tre sorelle si guardarono, fecero le spallucce e affondarono le mani nella
pozione blu
che a contatto con la luce aveva assunto meravigliosi colori iridescenti.
Immediatamente le tre ragazze videro le pareti della stanza che si rimpicciolivano
velocemente, poi si fermarono, cioè. le tre Halliwell erano tornate alle dimensioni
originarie.
"Ora basta, andiamocene da qui!"
esclamò Prue.
"Sì, giusto!"
confermarono le sorelle e detto questo cominciarono a correre, in un labirinto
di corridoi
e solo per un caso fortuito (o forse era di nuovo opera del Vettore?)
Piper riuscì a trovare la strada.
Erano tornate al bivio dove Hupa era apparso loro la prima volta, purtroppo
per loro,
la storia si ripeté e di nuovo, serpeggiando sottoforma di vapore, il genio
apparve di nuovo.
"Non siamo riuscite a sconfiggerlo prima, che cos'è cambiato, ora?"
chiese Piper, Phoebe stava per dire di tentare con i poteri ma Prue parlò prima
di lei,
ma rivolta al malvagio genio.
"Apuh Apuh Apuh"
gridò Prue.
Il genio fece per attaccarle ma venne come trascinato indietro e ridotto ad
un filo di
fumo che si dissolse in aria.
"Ma come."
cominciò Piper.
"Non lo so, proprio non lo so, ho avuto come una specie di premonizione, anche
se sarebbe
stato un compito tuo"
disse indicando la sorella minore.
"Uffa! Non basta avere un potere passivo. Ora te lo rubano anche!!!"
esclamò triste la sorella.
"Ragazze, che ne dite di levare le tende?"
disse Piper.
"Sì, francamente mi sto annoiando"
disse Prue
"Andiamo"
e cominciarono a correre verso il corridoio che emanava luce rossastra.
Arrivate alla fine del corridoio si trovarono in una grande sala che un cristallo
adagiato
al centro.
C'era un foro sul pavimento sotto al cristallo dal quale sembrava provenire
la luce rossa
e le tre sorelle rimasero un attimo affascinate da quella pietra. Poi si avvicinarono
e
cominciarono a colpirlo: con le loro armi, con calci e pugni. Quando cominciavano
a pensare
che fosse indistruttibile, il cristallo si incrinò e si spezzo, mandando frammenti
colorati
per tutta la stanza. Si alzò una folata di vento che avvolse le ragazze e le
fece sparire,
riportandole finalmente a casa. Ma prima di sparire, Phoebe perse il Libro delle
Profezie
che si aprì, mostrando uno dei suoi indovinelli:
" Se tutto il male distruggere si vuole eliminare
L'intera caverna bisogna far crollare
Le tre guerriere questo non faran
Ma ugualmente a casa ritorneran
Avranno, certo, un periodo di felicità
Ma il Male, purtroppo, si riorganizzerà."
Poi sparì anche lui, tornando nelle mani del Vettore, che felice di
aver aiutato tre
prigioniere del male, ripose il libro, sperando che anche le prossime prigioniere
sarebbero state tanto audaci ed intelligenti quanto le Halliwell.
Piper si svegliò e fu colta dal panico, loro erano svenute in salotto e quello
non era
decisamente il salotto!!!
Si alzò in piedi dolorante e quando i suoi occhi si abituarono al buio, si accorse
di un
particolare, il poster di John Lennon, il suo Beatle preferito, era in camera
sua!
Uscì e trovò le sorelle, a tutte mancarono le parole per quell'attimo e si abbracciarono
solamente. Poi sentirono dei rumori e la decisa Prue organizzò la situazione.
"Presto, in camera mia"
e le sorelle la seguirono, sentirono il rumore della porta aperta e richiusa,
dei passi,
quasi svogliati, che salivano le scale, di nuovo una porta aperta, quella della
stanza di
Piper, ancora passi, questa volta più affrettati, verso la camera di Phoebe
e il rumore
della porta.
Quindi il visitatore si avvicinò e aprì la porta della stanza di Prue, le tre
sorelle si
erano accorte di avere ancora i pugnali di Keil e li avevano in pugno, pronte
a colpire,
quando si accorsero che di fronte a loro c'era Leo che le fissava, incredulo.
"Leo"
esclamarono le ragazze.
"Ma come avete fatto a."
"Abbiamo distrutto la fonte del male"
rispose Piper.
Leo avanzò verso di loro e le abbracciò tutte e tre, come al solito apparve
una luce
azzurra vicino a lui.
"Leo, non dirmi che devi andartene!"
esclamò Prue.
"No, ma come al solito, Loro vogliono attenzioni c'è un demone in città che
non sono
riuscito a neutralizzare e quindi ci dovete pensare voi, mi dispiace."
"Che carino da parte sua, attaccare quando noi siamo sparite"
disse sarcastica Phoebe
"Non possiamo stare via pochi giorni che."
"Pochi giorni?!?"
disse Leo
"Siete sparite per due settimane e mezzo!"
"Cosa?"
chiese incredula Piper.
"Forse il tempo su Madras scorreva più lentamente"
"Può darsi!"
ammise Leo.
"Hey, ma non abbiamo un demone da uccidere?"
chiese Phoebe.
"Già"
ammise Leo che era stato distratto dalla conversazione
"Venite, ho già organizzato tutto"
"Che servizio!"
scherzò Piper mentre salivano in soffitta con il loro Angelo.
"Ho avuto del tempo libero senza di te!"
"Ma non ti avevano ucciso?"
chiese Phoebe che si era ricordata di Electra.
"Ci hanno provato ma Loro mi hanno aiutato e mi hanno salvato la vita."
spiegò Leo
"Ecco"
continuò, cambiando discorso
"la formula è questa."
Le tre sorelle si misero in cerchio e cominciarono a leggere l'incantesimo.
"Evochiamo gli spiriti delle antenate
per vendicare vite strappate
da Mizar, demone che comanda ogni mente
presto, combattetelo ed annientatelo all'istante.
Questa è la nostra preghiera
per difendere il Bene dalla magia nera"
"Avrà funzionato?"
chiese Phoebe.
"Vado a vedere"
disse Leo, scomparendo.
"Come al solito"
esclamò Piper.
Prue, intanto si era avvicinata alla porta, erano tutte in condizioni spaventose.
Lei era sporca di sangue di Mirfak, Phoebe aveva i vestiti strappati, Piper
era tutta
graffiata dagli spini e tutte erano piene di polvere e Prue voleva fare una
doccia,
precedendo le sorelle. Come al solito Piper capì tardi le intenzioni delle sorelle
e
si ritrovò da sola perché Phoebe era riuscita a sgattaiolare via. Pochi minuti
dopo
apparve di nuovo Leo.
"Il demone è sparito"
disse.
"Bene!"
rispose sovrappensiero Piper e Leo la baciò!
"Qualcosa non va?"
chiese poi il ragazzo passandole un braccio sulle spalle.
" Sì, cioè, no insomma."
disse lei, confusa.
Leo la guardò negli occhi.
"Avanti, puoi dirmi cosa ti preoccupa"
"Perché devono essere le donne a dire certe cose?"
chiese Piper, quasi furente mentre Leo la guardava con un'espressione incuriosita
in
faccia.
"Va bene" cedette Piper fece un respiro poi disse
"Credo di aspettare un bambino"
disse, poi abbassò gli occhi, sicura che lui non sarebbe stato contento, invece
lui la
strinse a sé.
"Pensavi che mi sarei arrabbiato?"
chiese lui.
"Sì"
rispose Piper, appoggiandogli la testa al petto. Avrebbe voluto che quel momento
non
finisse mai.
"Non dovevi"
le disse Leo
"Ricordati che ti amerò, qualunque cosa accada, io ti amerò sempre".
Leo le accarezzò i capelli mentre lei pensava a quello che era successo.
Avevano veramente sconfitto definitivamente il Male? Ne dubitava, ma per il
momento non
voleva pensare ad altro.
Sperava solamente che ci fossero veramente riuscite.
Erano accadute tante cose orribili in poco più di due settimane, molte persone
erano morte
e, anche se le sorelle non avevano sconfitto definitivamente il male, ormai
era indebolito
e loro avevano acquistato più carattere e forza di prima.
Dopotutto era stata un'esperienza istruttiva!
Fine
by Piper_Wyatt
Pagina Successiva
|
Il
calendario del mese
|

|
|